La mediazione familiare è un percorso di aiuto alla famiglia

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La mediazione familiare è un percorso di aiuto alla famiglia prima, durante e dopo la separazione o il divorzio, che ha come obiettivo quello di offrire agli ex coniugi un contesto strutturato e protetto, in autonomia dall’ambiente giudiziario, dove poter raggiungere degli accordi concreti e duraturi su alcune decisioni, come la riorganizzazione delle relazioni familiari in merito alle responsabilità genitoriali, all’affidamento dei figli, ai modelli educativi, alle risorse economico finanziarie.
Condizione indispensabile perché si attivi il processo di mediazione è che la coppia abbia già scelto la strada della separazione o del divorzio e che pertanto voglia solo essere aiutata a portare a termine questo percorso nel migliore dei modi e con il minor danno possibile per  i figli.
Nella mediazione familiare il punto di arrivo non è il recupero di un rapporto amichevole o di fratellanza tra i coniugi in separazione, ma il raggiungimento di accordi equi e duraturi tra loro, rivolti alla tutela dei minori e al mantenimento dei legami tra le generazioni.

Il percorso di mediazione familiare si avvale di una terza persona qualificata, imparziale e indipendente: il mediatore familiare. Egli facilita il raggiungimento degli accordi da parte della coppia, a differenza della negoziazione attraverso dei rappresentanti, modalità tipica delle cause legali di separazione sostenute dagli avvocati, i quali discutono tra di loro le istanze portate dalle parti e individuano soluzioni, in una cornice di contrapposizione che prevede alla fine un vincitore e un perdente, sanciti da un giudice attraverso i provvedimenti di legge.

Possiamo affermare che la mediazione familiare:

1) E’ UN CONFRONTO AMICHEVOLE E NON ANTAGONISTICO: mentre la natura del sistema legale richiede che le parti si affrontino, nella m. f. le parti convengono che preferirebbero risolvere il problema mantenendo aperto il loro rapporto. La mediazione familiare aiuta ad eliminare la dolorosa atmosfera vincitore-vinto che è tipica dei divorzi antagonistici.

2) AVVIENE IN PRIVATO: la scelta del mediatore limita l’intervento esterno ad un professionista o al massimo ad una équipe ristretta di persone, mantenendo comunque un clima di confidenzialità.

3) COSTA MENO: dato che viene coinvolto un solo professionista, il costo per risolvere il problema è inferiore nella mediazione rispetto al sistema legale.

4)  E’ PIU’ VELOCE: dato che tutte le discussioni avvengono faccia a faccia, la risoluzione del problema richiede meno tempo rispetto al sistema legale: generalmente un processo di mediazione si risolve in 12 ore (12 sedute circa), dipende dalla complessità della situazione e dalla coppia in questione; se la coppia eviterà di perdersi in conflitti e recriminazioni non sarà necessario posticipare la fine del processo.

L’obiettivo della mediazione familiare, nella sfida tra co-genitorialità e divorzio psichico, tra congiunzione e frattura in una coppia che si separa, è quello di creare un contesto intersoggettivo nel quale appartenenza e differenziazione possano dialogare.

Nel corso del processo di mediazione la coppia di genitori avrà occasione di riflettere indirettamente su tematiche che favoriscono una riappropriazione degli elementi della storia personale e di avere così una maggiore probabilità di raggiungere degli accordi soddisfacenti, creando così le premesse per un nuovo assetto relazionale.

Con l’obiettivo di accordarsi in merito ai figli, alle cose e al denaro (gli oggetti del contendere), il lavoro di mediazione offre alla coppia la possibilità di confrontarsi sul tema dell’appartenenza, riappropriandosi del legame con la propria storia per ottenere un mantenimento del sottosistema genitoriale.

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